“In ognuno di noi c’è un altro essere che non conosciamo.
Egli ci parla attraverso i sogni e ci fa sapere che vede le cose in modo ben diverso da ciò che crediamo di essere”.
Carl Gustav Jung
“Non devi adoperarti perché gli avvenimenti seguano il tuo desiderio, ma desiderarli così come avvengono, e la tua vita scorrerà serena” (Epitteto)
La terapia mediante ipnosi è un processo con cui aiutiamo le persone a riconoscere le proprie risorse interne; è pertanto “un mezzo di comunicazione”, una “situazione che si crea tra 2 persone”, che ha lo scopo di facilitare la scoperta e l’ impiego di capacità presenti nell’inconscio.
Inconscio inteso come un serbatoio di potenzialità, che talora restano nell’ ombra, senza che il soggetto stesso sia a conoscenza della loro presenza, e delle loro possibilità di impiego.
Le risorse infatti sono patrimonio di ogni individuo, e il compito dell’ipnosi è quello di svelarle a servizio del benessere e della crescita personale di chi le possiede.
In tutto questo il terapeuta facilita l’esperienza della trance, intesa come uno stato modificato di coscienza, in cui l’apprendimento e la disponibilità al mutamento, hanno maggiore probabilità di avere luogo.
In questo stato i pazienti non sono “soggiogati” dal terapeuta, né perdono il controllo, dato che questa condizione è in realtà uno stato naturale che ognuno di noi ha sperimentato.
L’esperienza più consueta è quella del sogno ad occhi aperti, ma altri stati di trance possono essere sperimentati quando meditiamo, preghiamo, o facciamo degli esercizi, come il jogging ad esempio.
In queste situazioni, la persona è conscia della vivezza delle proprie sensazioni interne, sia mentali che fisiche, e gli stimoli esterni acquisiscono minore importanza.
Siamo ben lontani dunque dal tempo in cui l’ ipnoterapeuta esercitava un vero e proprio potere sul paziente, impartendogli dei comandi diretti, attraverso l’uso della fissazione degli occhi o della sfera di cristallo, che obbligava il soggetto a liberarsi dalla razionalità per usare la fantasia, nella ricerca di qualche visione immaginaria.
Ciononostante i cosiddetti “passaggi” con cui l’ipnotizzatore diceva di “emanare un certo fluido sul corpo del soggetto”, aveva nel complesso qualcosa di comune con l’ipnosi moderna, ossia la tendenza a indurre il soggetto a rivolgere l’ attenzione all’interno di sé.
Bisogna avere in sé il caos per partorire una stella che danzi (Friedrich Nietzsche)
CENNI DI PSICOTERAPIA IPNOTICA
Insomma, alla base delle diverse procedure, il denominatore comune è quello di restringere il campo della coscienza del soggetto e di far perdere significato agli stimoli esterni, a eccezione di quelli prodotti dall’ ipnotista, che rimane cosi il solo e unico tramite con la realtà dalla quale l’ipnotizzato si allontana.
Alla luce di tutte queste osservazioni la terapia mediante ipnosi resta oggi uno strumento che non può prescindere dal produrre:
1.il distacco dell’ attenzione;
2.il rafforzamento dello stato di concentrazione sulle risorse interne;
3.la messa in atto quella serie di circostanze che ogni soggetto ricerca quando vuole avviarsi verso il sonno.
Lo scopo è quindi quello di spingere l’ attenzione del paziente verso il suo mondo interno alla ricerca di quelle risorse forse dimenticate, ma ancora vive e presenti.
Per chiarire questo concetto possiamo anche fare l’esempio di noti campioni sportivi che si allenano mentalmente ripetendo ogni movimento e immaginandosi completamente la scena della gara tramite tutti i sistemi sensoriali.
Se la trance ipnotica è un’esperienza comune, va pure precisato che in sé la sola ipnosi non ha effetti terapeutici .
In questa nuova concezione della trance ,”il soggetto riesce ad abbandonare le proprie resistenze per collaborare alla terapia soltanto quando si sente riconosciuto nella sua identità e nelle sue necessità personali”(Erickson), benefici che solo con i colloqui ripetuti, l’elaborazione e la relazione psicoterapeutica, si possono ottenere.