La comunicazione non è mai unidirezionale; consiste in un processo circolare che va da un soggetto ad un altro, e torna nuovamente al soggetto di partenza (feedback).
A questo proposito possiamo parlare di “Transfert”, che è un meccanismo universale della mente umana, è un fenomeno che capita spessissimo e a tuttie non solo tra medico e paziente.
Piuttosto ha luogo ogni qualvolta una persona assume un ruolo nella nostra vita, sia esso positivo o negativo. Nessuno di noi è in grado di incontrare un’altra persona in modo obiettivo, tutti noi proiettiamo inevitabilmente nell’altro qualcosa dei nostri precedenti “oggetti d’amore” (persone su cui è stato fatto un investimento affettivo, genitori, amici, educatori, parenti..) e quindi abbiamo in realtà una visione non completamente oggettiva che ci pone, positivamente o negativamente, all’incontro con l’Altro.
in pratica Il transfert è il fatto che io, senza rendermene conto, posso trasferire qualcosa che è in me, nel mio mondo interno a livello inconscio, su un’altra persona che sta nel mondo esterno.
questo meccanismo è molto frequente nelle relazioni umane, ancora di più in quelle di coppia.
Il modo in cui il coniuge percepisce e interpreta il comportamento del partner, nei casi si crisi, può dare vita a una “comunicazione difettosa”, che sollecita a comportamenti che possono compromettere la durata stessa di un rapporto.
Il modo in cui il coniuge percepisce e interpreta il comportamento del partner da vita a una “comunicazione difettosa”, che da vita a comportamenti che possono compromettere la durata stessa di un’ unione.
Per evitare tutto ciò, è utile capire come funziona la mente quando subiamo una frustrazione o delusione.
Il nostro “imperfetto apparato mentale” ci predispone a creare una vera e propria immagine mentale che sovrapponiamo a quella reale del nostro partner; tutto ciò ci porta talora a esasperare il senso di certi comportamenti altrui, favorendo un circolo vizioso di fraintendimenti che hanno come unico scopo quello di creare pesantezza nel rapporto.
Utile è prendere coscienza di questo meccanismo e evitare di “proiettare” sull’altro immagini traslate e imperfette dell’altro, tramite un meccanismo di pensiero automatico.
Pensiero Automatico: un esempio
: “È uscito per andare a bere con gli amici, questo dimostra che non gli importa niente di me ne di bambini”.
In tal caso potremmo invece produrre una Risposta razionale, per cui:
” Andare a bere con gli amici lo aiuta a rilassarsi. Quando si fa una birra con gli amici prima di tornare a casa e sempre di ottimo umore e più propositivo”.
Si tratta di una vera e propria tecnica fatta di passi da compiere nell’applicazione delle tecniche della terapia cognitiva, applicata al proprio modo di pensare.
Per cui potremmo in sintesi:
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individuare i pensieri automatici e prendere nota delle risposte che vediamo.
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Cercare gli errori del nostro modo di pensare.
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Riconfigurare l’immagine del coniuge.
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Sforzarsi di cogliere la prospettiva del coniuge per quanto possa sembrare impossibile alle volte.
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Distrarsi.
Riflessioni:
Per Lacan la domanda alla fin fine è sempre e solo domanda d’amore.
La risposta allora può essere anche e solo dell’ordine della presenza, può bastare anche un semplice “ Sono qui”.
Ma un individuo in una relazione, in verità non domanda soltanto la presenza, ma anche l’assenza, ed è questa la genialità di Lacan.
Domandare l’assenza allora acquista un’enorme valenza, vale a dire “poter accedere alla simbolizzazione dell’Altro”, ossia ci consente di idealizzarlo e di spostarlo nella nostra mente come oggetto vivo e presente cosicche continuano ad esistere anche quando non sono presenti.
Questo processo da senso alla relazione e spiega che momenti di assenza e presenta sono leciti; in questa ottica pertanto anche un allontanamento, breve, del partner, non va vissuto come un abbandono, ma come un momento di crescita costruttivo per la coppia.
Un Poeta proverbiale declama:
Tra l’uomo e l’amore
C’è la donna
Tra l’uomo e la donna
C’è il mondo
Tra l’uomo e il mondo
C’è un muro.
“Dunque tra l’uomo e il mondo c’è il muro del simbolico, il muro del linguaggio. Le cose tutte acquistano esistenza e senso perché nominate, tutto l’universo che ci circonda e l’universo che ci riguarda – il nostro corpo – tutto è ricoperto da Significanti.
Un grande linguista (Sassure) poté affermare che alla fin fine è il mondo delle Parole a “creare” il mondo delle Cose.
Un grande antropologo ( Levi Strauss) è andato ancora più avanti affermando che il linguaggio è ciò che fa struttura per l’essere umano, vale a dire che è il linguaggio che ci ha permesso di determinare i nostri rapporti relazionali, i nostri rapporti di parentela. Sono i significanti che ci consentono di relazionare con l’Altro in maniera differenziata, diversificata a seconda del valore dato, del senso dato al Significante stesso”.
Ciò significa che la qualità dei nostri pensieri è fondamentale nella gestione del rapporto di coppia; potremmo avere tra le mani la relazione “perfetta”, ma se i nostri pensieri sono attraversati da errate interpretazioni, rischiamo di far naufragare un rapporto potenzialmente sano e valido.